Gli Esperti Dicono

Esperti in materia di ungulati, zoologia, paleoecologia, faune insulari e biodiversità zootecnica, che non sono in relazione con il parco, contribuiscono con le loro conoscenze, esperienze e competenze, offrendo le loro opinioni e analisi del progetto dell'ente parco.


Prof. Marco Masseti

Prof. Marco Masseti

Zoologo, Paleo-Ecologo & Esperto di Faune Insulari

Ex docente e ricercatore presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, Marco Masseti è specializzato nello studio delle relazioni che si sono sviluppate fra uomo ed animali nel corso dell’evoluzione civile umana, delle specie zoologiche antropocore e della fauna di ambiente antropogenico. Un aspetto preponderante dei suoi studi si rivolge ai mammiferi ed al loro popolamento degli ambienti insulari. Per questo ha condotto ricerche ed ha partecipato a varie missioni scientifiche in Italia ed all’estero: dalle Isole Galapagos, all’Africa orientale e all’Indonesia.

La sua ricerca si è in particolare incentrata sul Vicino Oriente ed il Mediterraneo, in particolare le isole. E’ stato docente presso il Dipartimento di Biologia delle Università di Palermo e Messina e, fino alla fine del 2019, membro del Consiglio scientifico del Muséum National d'Histoire Naturelle di Parigi.

Fa parte dell’International Union for Conservation of Nature (I.U.C.N.) Deer Specialist Group, e del Group of Experts on Invasive Alien Species del Consiglio d’Europa, oltre che delle commissioni I.U.C.N. Global Mammal Assestment Southwest Asia e I.U.C.N. Mediterranean Mammals Red List. É fellow della Linnean Society di Londra ed associate editor delle riviste Anthropozoologica del Museo di Storia Naturale di Parigi e Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano.

Ha al suo attivo circa 240 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, oltre a numerosi contributi divulgativi. Fra i suoi libri: Uomini e (non solo) topi (2002, Firenze University Press, Firenze; 2a edizione 2008); Island of deer (2002, Environment Organization of the city of Rhodes, Grecia); Fauna toscana (2003, ARSIA-Regione Toscana, Firenze); Atlas of terrestrial mammals of the Ionian and Aegean islands (2012, De Gruyter, Berlino); La fattoria di Lorenzo il Magnifico (2015, Comuni di Poggio a Caiano e Prato), e Zoologia della Sicilia araba e normanna (2016, Edizioni Danaus, Palermo). Fra le varie ricerche condotte nell’arcipelago toscano ha studiato in particolar modo la martora, Martes martes L., 1758, dell’isola d’Elba e la capra selvatico di Montecristo, Capra aegagrus Erxleben, 1777.

Professor Marco Masseti, Zoologo & Paleo-Ecologo, Esperto di Faune Insulari

“Qualsiasi intervento di riqualificazione ambientale delle isole mediterranee è molto difficile, se non impossibile in molti casi, dal momento che gli elementi biologici originari sono andati definitivamente perduti da molti millenni.

Ogni azione di recupero e/o di restauro filologico di questi ambienti naturali ne deve tenere conto, considerando soprattutto che molti degli organismi che sono stati introdotti nelle epoche passate interagiscono con gli elementi delle biocenosi insulari in alcuni casi anche da millenni e che ne sono divenuti ormai una parte integrale”.

Prof. Marco Masseti
Zoologo & Paleo-Ecologo, Esperto di Faune Insulari



Articoli Scritti dal Prof. Marco Masseti Riguardo il Progetto 'LetsGo Giglio':

Alcune Pubblicazioni del Prof. Marco Masseti:



Dr. Franco Tassi

Prof. Franco Tassi

Centro Parchi Internazionale

Nato a Roma, compie qui gli studi e si laurea in Giurisprudenza, lavorando poi con varie Amministrazioni Pubbliche in Italia e all'estero, vincendo vari concorsi anche per l'Ispettorato di Finanza, il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica e la Magistratura. Naturalista di vocazione, si specializza in ecologia, compiendo ricerche e pubblicando numerosi lavori, libri e studi scientifici e divulgativi. Assunta la Direzione del Parco Nazionale d'Abruzzo nel 1969, vi opera con impegno fino al 2002, sottraendolo all'incuria e alla devastazione e portandolo ai massimi livelli internazionali per efficienza nella conservazione della natura e successo nel coinvolgimento delle comunità locali. Nel frattempo svolge corsi interdisciplinari di Conservazione della Natura, Ecologia Applicata ed Economia del Turismo nelle Università di Camerino, Napoli e Siena-Grosseto, insieme alla attività di Giornalista Pubblicista su vari quotidiani e periodici. Nel 1977 istituisce il Comitato Parchi Nazionali e nel 1980 lancia la storica "sfida del 10%" affinchè l'Italia, che protegge solo l'1,5% del proprio territorio, arrivi a tutelarne almeno il 10% entro il 2000. Sfida vinta all'alba del Terzo Millennio, così come sono stati ottenuti grandi successi con le altre Campagne per la Natura nel frattempo sviluppate: Operazione Grande Albero, Operazione San Francesco, Progetto Lince, Orso e Camoscio d'Abruzzo e molte altre. Dopo aver lasciato il Parco, continua l'attività nell'ambito del Centro Parchi Internazionale, con il Comitato Parchi Nazionali, il Centro Studi Ecologici Appenninici, e i numerosi Organismi satellite.

Per la sua competenza ampia e interdisciplinare ha lavorato a Bruxelles come esperto alla Rappresentanza Europea, ha realizzato negli USA l’Alleanza con il Parco Nazionale di Yellowstone, ha fatto parte di Commissioni Scientifiche dell’UICN (Unione Mondiale per la Natura), e in 2014 è stato invitato dal Consiglio d’Europa come relatore alla Convenzione Europea del Paesaggio. Come libero giornalista, continua a pubblicare articoli di divulgazione scientifica su periodici italiani e stranieri.

Prof. Franco Tassi, Centro Parchi Internazionale

Il Centro Parchi ha ricevuto e diffonde, ai media e alla pubblica attenzione, alcune inquietanti segnalazioni pervenute dai Gruppi Ambientalisti locali su ciò che sta da tempo avvenendo in varie Piccole Isole italiane, e in particolare nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, utilizzando ingenti Fondi Europei LIFE per l'eradicazione dei Ratti, con il disastroso effetto di provocare l'avvelenamento della Fauna terrestre e marina, la distruzione della Biodiversità e la scomparsa della tipica Capra selvatica di Montecristo. Al tempo stesso, sta per essere avviato sull'Isola del Giglio lo sterminio dei Mufloni a colpi di armi da fuoco, malgrado le vibrate proteste della Comunità locale, assolutamente contraria a queste stragi. Sembra accertato che un nutrito drappello di cacciatori-selecontrollori, appositamente addestrati, stia ora attendendo il via libera alle sparatorie nel cuore del Parco Nazionale. Al contrario, in molte Isole Mediterranee, i Mufloni e le Capre selvatiche fanno ormai parte dell'ecosistema e vengono protetti, anche come elementi essenziali di quel prezioso "Paesaggio Vivente" che è tutelato dalla Convenzione Europea sul Paesaggio del Consiglio d'Europa, presentata a Firenze il 20 Ottobre 2000, e poi ratificata dall’Italia.

Appare quindi evidente che occorre intervenire tempestivamente per bloccare le insensate e crudeli uccisioni di Mufloni: se in alcune isole gli Ungulati fossero davvero troppo numerosi, non sarebbe certo difficile catturarli, e trasferirli altrove. Queste sparatorie, infatti, vanno assolutamente evitate: feriscono gli animali facendoli soffrire molto e diventare pericolosi, aumentano la distanza di fuga loro e di tutta la fauna, e rompono la pace dei luoghi, mettendo a serio rischio anche le persone, e in questo modo allontanando quel turismo naturalistico, fotografico e culturale pluristagionale, che rappresenta una delle maggiori risorse per le Piccole Isole Mediterranee.

Sarà appena il caso di aggiungere che i predetti opinabili interventi sono stati e sono ancora oggetto di indagini e di provvedimenti delle competenti Magistrature civili e penali, e risultano attualmente anche al vaglio della Corte dei Conti.

Esistono sicuramente alternative valide ed efficaci agli assurdi metodi con cui il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, addirittura con Fondi Europei LIFE (=VITA!), si affanna a portare nelle Piccole Isole, e in particolare a Montecristo e al Giglio, la Morte: si può e si deve invece salvaguardare la Vita, e qualora fosse necessario, si potrebbe anche esportare la Vita altrove.

E' in gioco non solo l'immagine del Parco e dell'Italia, ma anche la credibilità delle Istituzioni nazionali e internazionali. Si tratta di un vero e proprio “Scandalo Ecologico”, che il nostro Paese dovrebbe ben volentieri evitare.

Prof. Franco Tassi
Centro Parchi Internazionale



Articoli Scritti dal Prof. Franco Tassi Riguardo il Progetto 'LetsGo Giglio':

Alcune Pubblicazioni del Prof. Franco Tassi:



Dr. Franco Perco

Dr. Franco Perco

Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini & Esperto degli Ungulati

Dr. Franco Perco è laureato in legge e in scienze naturali. Grazie alla sua preparazione e alle attività svolte ha acquisito una notevole esperienza nella gestione delle aree protette, in modo particolare per quanto riguarda i rapporti con le popolazioni locali. Ha lavorato nel campo della conservazione ambientale, della gestione della fauna (ivi compresa la gestione venatoria) e della biologia degli Ungulati, come libero professionista nel campo della progettazione faunistica.

Si è occupato a livello progettuale ed esecutivo della gestione faunistica in generale e ha steso progetti di reintroduzione e zootecnia alternativa con Ungulati, di Parchi Faunistici, di ostensione museale e di gestione faunistica generale e specifica (soprattutto di Ungulati). Oltre ad altre pubblicazioni tecnico - scientifiche e divulgative è autore e/o coautore di undici monografie, in particolare sugli Ungulati, sul Capriolo (tre), il Cervo e il Muflone e sulla fruizione della Natura.

Oltre ad altre pubblicazioni tecnico - scientifiche e divulgative è autore e/o coautore di undici monografie, in particolare su gli Ungulati, sul Capriolo (tre), il Cervo e il Muflone e sulla fruizione della Natura.

Dr. Franco Perco, Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

“il Muflone è una specie visibile, di buone proporzioni e molto accorta che, oltre a ciò, possiede ed evidenzia comportamenti vistosi e complessi. In tal senso è denominabile quale specie “altamente educatrice” in quanto la sua osservazione può portare a un miglioramento della sensibilità verso la Natura e la Fauna. Ritengo che questa sia un’occasione importante per un Parco Nazionale e non solo, da non sprecare ma invece da valorizzare con vere e proprie scuole di etologia all’aperto.

Del resto, volendo seguire la tesi della “purezza” ad ogni costo, si potrebbe anche parlare della necessità di eradicare la Capra di Montecristo, dall’isola omonima, una specie acclimatata e inselvatichita frutto di diverse immissioni di capre domestiche, dai mantelli variopinti, ancor oggi in parte visibili”.

Aderisco con piacere all’idea di conservare un piccolo nucleo di mufloni, nell’isola del Giglio. Pur trattandosi di una specie alloctona, questa specie possiede notevoli capacità per formare un elevato standard di sensibilità ambientale. È osservabile e vistoso, con comportamenti complessi. Certamente, è un animale da gestire e contenere. Ma non sono cose impossibili. L’eradicazione o l’allontanamento saranno perdite per la qualità faunistica dell’isola. Peccato, se ciò si realizzasse.

Dr. Franco Perco
Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Libro Scritto dal Dr. Franco Perco Riguardo il Muflone:



Dr. Alessio Zanon

Dr. Alessio Zanon

Medico Veterinario & Esperto in Biodiversità Zootecnica

Medico Veterinario, Dottore di Ricerca in Produzioni Animali e Biotecnologie Veterinarie, Alessio Zanon si muove fin da subito nel ramo zootecnico: gestisce allevamenti bovini, equini, suini, ovini, caprini, ungulati selvatici autoctoni ed avicoli delle Province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Como e Milano.

Si appassiona alle razze rare, autoctone e in pericolo di estinzione, diventando in breve tempo un prezioso riferimento a livello nazionale. Esperto di razza, consulente, consigliere di numerose associazioni, Enti e organizzazioni per la salvaguardia e la tutela delle razze autoctone; autore di prestigiose pubblicazioni; cura per Equa il comparto zootecnico, aiutando gli allevatori nella scelta, selezione e gestione degli animali da produzione.

La consolidata esperienza e una vasta rete di collegamenti tra gli allevatori gli consentono l'accesso a un ricchissimo database di soggetti, unico in Italia per quantità e varietà.

Dr. Alessio Zanon, Medico Veterinario Esperto in Biodiversità Zootecnica

"Il prof . Alessandro Ghigi padre del conservazionismo naturalistico e dell'istituzione di Parchi Nazionali in Italia, individuò nell'Isola del Giglio l'ambiente ideale per il recupero della specie rarefatta e minacciata del Muflone europeo (Ovis aries musimon; Ovis musimon Pallas, 1762). Specie peraltro tuttora inserita tra quelle vulnerabili.

Un grave problema, riguardo questa specie, è la costante minaccia di inquinamento genetico da parte di ovini domestici di solito presenti in molte aree dove questo è diffuso. Il Giglio rappresenta tuttora un serbatoio di diversità genetica troppo importante per poter essere sacrificato a fronte di presunti danni non sufficientemente supportati e studiati".

Dr. Alessio Zanon
Medico Veterinario Esperto in Biodiversità Zootecnica





Dr. Barbara Wilkens

Dr. Barbara Wilkens

Archeozoologa

Laureata presso l'Università di Pisa nel 1982 con la tesi “Il villaggio dell'Età del Bronzo di Mursia (Pantelleria)”, ha conseguito il dottorato in Archeologia nell'anno 1987 con una tesi dal titolo: “Il passaggio dal Mesolitico al Neolitico attraverso lo studio delle faune di alcuni siti dell'Italia centro-meridionale”.

Nel 1984 ha frequentato un corso di Osteometria presso il Centre de Recherches archéologiques di Sophia Antipolis, Valbonne, Francia, sotto la guida del dott. Jean Desse. Nello stesso centro nel 1985 lei ha frequentato un corso tenuto dal dott. Jean Desse per lo studio dell'ittiofauna da siti archeologici. A partire dal 1981 su incarico della Società Toscana di Scienze Naturali e della comune di Lucca, ha curato per alcuni anni l'allestimento del Museo di Storia Naturale della Liceo Machiavelli Lucca, curando la revisione del catalogo e l'esposizione della collezione malacologica, una delle più importanti d'Italia.

Nel 1991 è stata nominata dalla Soprintendenza Archeologica della Liguria cura l'esposizione e vetrine di reperti faunistici nel nuovo museo dei Balzi Rossi a Ventimiglia. Si interessa allo studio dei resti faunistici dell'Olocene nell'area mediterranea e nel vicino Oriente ed è specializzata nello studio di mammiferi, pesci e molluschi da scavi archeologici. Da diversi anni studia anche i resti faunistici di Tell Afis (Siria), oltre a resti di altri siti della Siria, della penisola arabica, della Grecia, della penisola italiana e della Sardegna e della Sicilia.

È socio fondatore dell'Associazione Italiana di Archeozoologia (AIAZ) e membro dell'International Council for Archeozoology (ICAZ). Nel 1993 ha vinto un concorso per un posto di ricercatore presso l'Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Lettere e Filosofia, Istituto di Antichità, Arte e Discipline Etnodemologiche. Dallo stesso anno ha iniziato a lavorare sui materiali faunistici della maggior parte dei siti archeologici della Sardegna, che sono stati oggetto di diverse pubblicazioni. Ha tenuto corsi di Ecologia preistorica, Paleoecologia e Archeozoologia a Sassari e Oristano per diversi anni. Ad Oristano anche corsi di Antropologia e Paleontologia per necessità didattiche.

Dal 1 novembre 1997 si trasferisce al Dipartimento di Storia, dal 1 gennaio 2012 al Dipartimento di Scienze Naturali e Ambientali e dal 1 novembre 2017 a Veterinaria Medicina all'Università di Sassari. Nell'ottobre 2017 ha organizzato il 19th Fish Remains Working Group Meeting, che si è tenuto a Alghero, per la prima volta in Italia. Nel 2013 ha conseguito l'abilitazione a professore associato che però non ha portato a conseguenze di carriera e viene messa in pensione nel 2018. Attualmente lavora come ricercatrice indipendente ad Alghero, su materiali della Sardegna (Tertenia e Porto Torres) e di Orvieto.

Dr. Barbara Wilkens, Archeozoologa

"I mufloni hanno dato origine a tutte le pecore attuali e hanno accompagnato la nostra civiltà dal Neolitico antico fino ad oggi, cioè da circa 8.000 anni nei nostri territori e ancora più nei loro territori di origine del Vicino Oriente. In passato sono stati amati come simbolo della natura selvaggia e spesso sono stati spostati in parchi perché tutti potessero ammirarli e anche per salvarli da possibili estinzioni.

Adesso in alcune località la loro sopravvivenza è messa in pericolo come specie aliena. Cosa si intende per specie aliena? Quanto tempo deve passare dopo il suo arrivo perché una specie non debba più essere considerata aliena? Se si è bene inserita nell’ambiente, 8.000 anni bastano? Oppure 2.000? 500? o 100, o 50? Vogliamo ricreare un falso ambiente fine glaciazione? Quell’ambiente non esiste più, c’è stata la storia umana e la storia delle diverse specie animali che l’uomo ha portato con sé. La storia è andata avanti e non dobbiamo rinnegarla.

Questo è particolarmente evidente nelle isole. In Sardegna per esempio i mammiferi selvatici con l’esclusione dei pipistrelli, sono tutte specie aliene se consideriamo essere alieni il fatto di essere stati introdotti dall’uomo. A levarli tutti la Sardegna sarebbe uno scoglio popolato da uccelli."

Dr. Barbara Wilkens
Archeozoologa



Articolo Scritto dal Dr. Barbara Wilkens Riguardo il Progetto 'LetsGo Giglio':